NOTE DI REGIA
La compagnia teatrale "Le Colonne" ha dedicato al teatro comico francese dell'Ottocento un lungo percorso di ricerca che ha prodotto diverse messinscene, prima dì Georges Fevdeau: Sarto per signore (1992), Il gatto in tasca (1994), Pendagli da forca e Un bagno in casa (2001), ed ora dell'autore che può essere considerato il maestro di Feydeau, Eugène Labiche.
Scritta da Eugène Labiche nel 1864 e unanimamente considerata il suo capolavoro La cagnotte racconta le comicissime disavventure parigine di un gruppo di provinciali che decidono di trascorrere un giorno a Parigi per dar fondo alla cagnotte, il salvadanaio in cui hanno accumulato risparmi in occasione di memorabili partite a carte nella noia del loro paesello. Il possidente smargiasso, il contadino rozzo, il farmacista goloso, la zitella vogliosa, il giovane ingenuo: sono questi (ed altri) i personaggi de La Cagnotte.
Maschere, chiaramente. Con Labiche, molto più che con Feydeau, non c'è spazio per le psicologie e la vicenda, quindi, altro non è che un meccanismo comico autoreferenziale.
La mia regia sceglie di accentuare questo meccanismo, nella convinzione che l'esasperazione parossistica delle situazioni comiche costituisca, a partire da Labiche, il percorso che conduce direttamente a Ionesco e al teatro dell'assurdo.
GIANCARLO LOFFARELLI