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Attraverso questi ed altri episodi del romanzo, Fogazzaro ha modo, oltreché di passare quasi in rassegna le principali idee politiche dell'epoca, di esprimere le sue concezioni di reduce del risorgimento italiano collocato sulla sponda di un progressismo moderato nelle forme ma tenacemente convinto dei valori della democrazia.

FILOSOFIA.
Vere e proprie digressioni filosofiche costituiscono parte integrante della struttura di Malombra. Il Conte incarna perfettamente le idee di un razionalismo positivista estremamente diffuso al tempo della pubblicazione del romanzo, dove non mancano i riferimenti a concezioni evoluzionistiche.

Di contro, tutta la vicenda della reincarnazione dell'antenata di Marina lascia intravedere una sorta di insofferenza rispetto alle certezze positivistiche che trovava sfogo nell'occultismo e in un misticismo torbido dichiaratamente venato di irrazionalismo.

Lo stesso Fogazzaro sembra oscillare fra questi due estremi. Come Silla, in cui egli spesso si identifica, vorrebbe mantenere le distanze dalle allucinate passioni di Marina ancorandosi alle certezze rassicuranti del Conte o al genuino sentimento religioso di Edith; ma, ancora come Silla, forse contro la sua stessa volontà, viene catturato dal fascino del mistero fino ad esserne divorato.

ARTE.
Due le forme d'arte di cui maggiormente si permea la "suggestione narrativa, piena di tensioni e sospesa tra toni e richiami diversi" (Ferroni), del romanzo: la musica e la pittura.

La prima evidenzia gli influssi della cultura tedesca su Fogazzaro. Sono tedeschi (culturalmente tedeschi), infatti i due autori che più vengono citati nel romanzo, tanto che le loro opere, espressamente citate, suonate al pianoforte o cantate dai personaggi, potrebbero costituire una sorta di ideale colonna sonora della storia raccontata: Mozart e Schumann. Del primo, Marina suona ripetutamente al pianoforte brani dal Don Giovanni; del secondo, Steinegge e sua figlia Edith cantano più volte dei Lieder, in particolare uno su parole di Heine.

La seconda mostra invece le suggestione che dovettero avere sullo scrittore le opere di un movimento artistico tipicamente italiano: quello dei Macchiaioli. Le atmosfere di quelle opere, infatti, sembrano ispirare i paesaggi molli ed umidi delle sponde del lago in cui si ambientano quasi tutti gli eventi del romanzo. E per ricordare la tavolozza dei Macchiaioli basterebbe, fra i tanti, questo rapido scorcio paesaggistico: "L'alba nasceva sopra i grandi sassi malinconici dell'Alpe dei Fiori, circonfusi da ondate di nebbia; scopriva le alte cime grigie, sonnolente nei loro umidi mantelli di boschi, le ultime colline di ponente sfumate in un chiaror di piova, il lago plumbeo."