Torna indietro

La relazione con Tina Pizzardo costerà a Pavese l’arresto e diversi mesi di confino a Brancaleone Calabro. Tina, infatti, intratteneva una relazione epistolare con Altiero Spinelli, il futuro fondatore dell’idea di unità europea, con il quale aveva avuto una storia d’amore. Tina utilizzò, in diverse occasioni, la casa di Pavese per ricevere la corrispondenza di Spinelli e proprio il ritrovamento di una di queste lettere nel corso di una perquisizione in casa di Pavese, costò a quest’ultimo il confino.

Durante il periodo di confino a Brancaleone Calabro, Pavese inizia a scrivere un diario che, dopo la sua morte, verrà pubblicato con il titolo Il mestiere di vivere. Mentre, tornato dal confino nel 1936, verrà pubblicata la sua prima opera, una raccolta di poesie dal titolo Lavorare stanca.

A partire dalla sua fondazione, nel 1933, Pavese collabora con la casa editrice Einaudi contribuendo a definire in maniera decisiva la sua linea editoriale.

Pur continuando a scrivere poesie, Pavese si dedica sempre più all’attività di romanziere, iniziata nel corso degli anni Trenta, arrivando poi a pubblicare questi suoi lavori nel corso degli anni Quaranta: Paesi tuoi (1941), La spiaggia (1942), Feria d’agosto (1946), Il compagno (1947), Dialoghi con Leucò (1947), Il carcere (1948), La casa in collina (1948), La bella estate (1949), Tra donne sole (1949), Il diavolo sulle colline (1949), La luna e i falò (1950).

Nel 1950, per La bella estate, Pavese vince il Premio Strega. Lo scrittore è al massimo della sua produzione artistica e della sua celebrità. Ma proprio in quello stesso anno, in agosto, in una stanza dell’Hotel Roma a Torino, decide di porre fine alla sua vita.

Giulio Einaudi (Dogliani, 1912 – Magliano Sabina, 1999), figlio del Senatore del Regno e futuro Presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi, fonda nel 1933 la casa editrice Einaudi che costituirà uno dei principali luoghi di diffusione culturale in Italia. Di formazione antifascista (pubblicherà le Lettere e i Quaderni dal carcere di Gramsci e Lettere di condannati a morte della resistenza italiana), verrà considerato, con la sua casa editrice, la spalla culturale del Partito comunista, benché diverse sue scelte editoriali siano state caratterizzate da un’autonomia politica e culturale fino a essere osteggiate apertamente dallo stesso partito comunista.

Tullio Pinelli (Torino, 1908 – Roma, 2009) fu compagno di classe di Cesare Pavese e uno dei suoi amici più intimi. Laureato in Giurisprudenza, s’interessa di teatro scrivendo diversi drammi e commedie. Raggiungerà però la notorietà nel campo del cinema come sceneggiatore, dapprima collaborando con Mario Soldati (Le miserie del signor Travet), Alberto Lattuada (Il bandito e Il mulino del Po), Roberto Rossellini (L’amore), Pietro Germi (In nome della legg...e e Il cammino della speranza), per poi avviare una stabile collaborazione con Federico Fellini (Luci del Varietà, Lo sceicco bianco, I vitelloni, La strada, Il bidone, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½, Giulietta degli spiriti, Ginger e Fred, La voce della luna) che non escluse feconde collaborazioni anche con altri grandi registi: Mario Monicelli (Amici miei, Il marchese del Grillo), Liliana Cavani (Francesco D’Assisi).