EDUARDO O DEI NOSTRI OSSIMORI
testi di
Eduardo de Filippo
NOTE DI REGIA
L'ossimoro è una figura retorica con cui si accostano due concetti di per sé opposti e può, quindi, ben descrivere la natura più intima del teatro, sempre sospeso fra contingenza ed eternità, fra materialità e spiritualità, ecc.
Il teatro di Eduardo De Filippo, in particolare, che ha accompagnato una larga parte della nostra attività teatrale, è per noi sintesi significativa di questo modo di intendere il teatro; e questo spettacolo (con cui abbiamo debuttato, per la prima volta, nel 1987) si è modificato, nel corso degli anni, con l'aggiunta e/o la sostituzione di testi eduardiani sempre diversi in modo tale che raccogliessero, di volta in volta, attraverso il teatro di De Filippo, i nostri umori e quelli del nostro pubblico. Lo spettacolo a cui state per assistere (l'edizione 2000 di Eduardo o dei nostri ossimori) è strutturato in modo tale da offrire uno spaccato dell'intera opera eduardiana, comprendendo, oltre al teatro, anche la sua poesia.
Esso inizia con la rappresentazione dell'atto unico Pericolosamente (1938) cui fa seguito la lettura di dieci poesie (alcune in lingua italiane ed altre in dialetto napoletano) di varie epoche della produzione poetica di Eduardo; quindi viene presentato un brano della commedia Uomo e galantuomo (1922) ed infine lo spettacolo si chiude con l'atto unico Amicizia (1952).
GIANCARLO LOFFARELLI