ESSERE O NON ESSERE
di
Melkior Lengyel

PRESENTAZIONE

Melchior Lengyel (1880-1974) è uno scrittore ungherese che inizia la sua carriera come autore teatrale. Ben presto rappresentate fuori dell’Ungheria, furono le sue commedie: La Zarina (1913), La ballerina (1915), La Signorina Charlotte (1918) e Antonia (1924). Nei primi anni Venti si trasferisce in Germania, dove conosce, fra gli altri, Ernst Lubitsch con cui poi si ritroverà a Hollywood durante gli anni Trenta. A Londra e a Hollywood, molti furono gli adattamenti dei suoi lavori teatrali per il cinema: Catherine the Great diretto da Alexander Korda, Royal Scandal diretto da Otto Preminger, Angel, diretto da Ernst Lubitsch, con Marlene Dietrich, Ninotchka con Greta Garbo, To be or not to be (Vogliamo vivere nella versione in italiano, tratto proprio dalla sua commedia Noch ist Polen nicht verloren) ambedue diretti ancora da Lubitsch. Lengyel non fu soltanto un commediografo, ma fece parte di una generazione di scrittori, critici e saggisti i quali rappresentarono una rinascita profonda e vitale della cultura ungherese.

Subito dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale (1 settembre 1939), Melchior Lengyel decide di dedicare a quel tragico evento un testo teatrale che contribuisse a sensibilizzare l’opinione pubblica di fronte all’immane catastrofe che, la Polonia per prima e di seguito l’Europa, stavano subendo dal nazismo. Decide di farlo non utilizzando i toni del dramma, bensì quelli della commedia, mostrando, come già Charlie Chaplin poco prima di lui con il film Il grande dittatore, che una maniera di combattere la tirannia è quella di ridicolizzarla. Nasce così Noch ist Polen nicht verloren (La Polonia non è ancora perduta: il titolo è esattamente la frase con cui inizia l’inno nazionale polacco) la commedia che, di lì a poco, nel 1942, diventerà film con la regia di Ernst Lubitsch con il titolo Essere o non essere.

La commedia racconta le vicende di una compagnia teatrale polacca che, al momento dell’invasione nazista della Polonia, benché impegnata nella recita dell’Amleto di Shakespeare, contribuisce alla salvezza dei capi della Resistenza polacca mettendo a disposizione della lotta per la liberazione della propria patria l’unica loro capacità: quella di saper recitare e, attraverso il travestimento, di poter prendere le sembianze di chiunque. Attraverso una girandola di travestimenti, infatti, essi riescono a impossessarsi della lista dei capi della Resistenza polacca e a distruggerla, prima che una spia la possa recapitare nelle mani di un feroce quanto ridicolo colonnello della Gestapo. Una comicità irresistibile quanto elegante è la caratteristica di questa che resta una delle opere più belle di Melchior Lengyel.

Adattata e diretta da Giancarlo Loffarelli, la commedia portata in scena dalla Compagnia “Le colonne” si avvale dell’interpretazione, oltre che dello stesso regista, di Marina Eianti, Emiliano Campoli, Roberto Baratta, Maurizio Tartaglione, Virginia Carandente e Maurizio Ghedin; nonché della collaborazione tecnica di Armando Di Lenola e Fabio Di Lenola.