COSI' E' LA (MIA) VITA
di
Giancarlo Loffarelli

PRESENTAZIONE

Lo spettacolo teatrale Così è la (mia) vita è un’originale produzione dell’Associazione culturale “Le colonne”, scritto e diretto da Giancarlo Loffarelli.

Lo spettacolo si presenta con una struttura dichiaratamente metateatrale. Siamo all’interno di un teatro in cui una Compagnia stabile sta provando l’allestimento del proprio nuovo spettacolo. Raccontato con un frenetico registro comico, è il lavoro consueto delle prove, trascorso tra l’impegno di provare un nuovo testo e la vita quotidiana dei componenti la Compagnia teatrale, con i propri problemi: sentimentali, economici, familiari, che s’intrecciano tra di loro creando equivoci e malintesi.

Presenza costante nella vita del gruppo, accanto ai membri della Compagnia, è il custode del teatro, che di esso è anche un po’ il factotum: dal fare le pulizie a rispondere al telefono, da attrezzista ad addetto alla biglietteria. Vera e propria memoria storica del teatro, benché bizzarro e imprevedibile, egli è una sorta di nume tutelare a cui tutti si rivolgono, a cui confidano i propri problemi, le proprie gioie e i propri timori. Il suo sarcasmo e la sua disincantata visione del mondo rovesciano le prospettive e producono inediti contesti. Egli ha un unico cruccio, mai rivelato ad alcuno: a causa di un indicibile segreto, non aver potuto diventare quell’attore che avrebbe desiderato diventare, per cui il suo lavoro altro non è che un ripiego obbligato non volendo abbandonare il mondo del teatro di cui ha sempre sentito di non poter fare a meno. L’unica cosa che egli ha potuto fare è stato, assistendo immancabilmente a tutte le prove, imparare a memoria le parti di tutti i personaggi che gli sono passati davanti, salvo poi rivisitarle per fornire a esse la sua personale reinterpretazione in chiave comica.

La vita del gruppo teatrale e del bizzarro custode sembra ormai essersi indirizzata su questo ripetitivo copione quando, un giorno, proprio nel momento in cui alla Compagnia si presenta la grande occasione di un inaspettato salto di qualità, accade l’irreparabile.

Guidato dal meccanismo metateatrale e dallo scoppiettante ritmo comico tutto costruito sulle bizzarrie del protagonista, lo spettatore si trova dinanzi al mondo teatrale letto e interpretato come una sorta di microcosmo in cui non è difficile scorgere il nostro mondo, con le sue ambizioni, i suoi tic, le sue manie, i protagonismi, descritti con una garbata ma esilarante ironia che ne fa esplodere tutti i paradossi e le contraddizioni. Al tempo stesso, intrecciata alla satira sulla società contemporanea, la commedia presenta anche una ilare riflessione sulle ragioni di un successo o di un insuccesso nella vita, su quanto essi siano dovuti al caso, al destino, alla determinazione delle persone.

Il testo, infine, si avvale dell’esperienza diretta, benché mediata dalla finzione drammaturgica che ne modifica non pochi tratti, della vita artistica di Martufello stesso, cui è affidata l’interpretazione del protagonista dello spettacolo. La carriera di Martufello, in effetti, si presenta come una sorta di modello reale di come la determinazione di un giovane di provincia possa condurre al coronamento del proprio sogno artistico ed esistenziale.

GIANCARLO LOFFARELLI