NON SI SA COME
di
Luigi Pirandello

NOTE DI REGIA 

Dice Pirandello: "Non si sa come è forse il mio lavoro più forte, certo quello che affronta il problema più grave: quello della volontà, della responsabilità [...]. I miei precedenti lavori possono essere riguardati come le premesse logiche di quest'ultimo".

Alla luce di questa dichiarazione, ho inteso proseguire la mia lettura "nietzschiana" di Pirandello intrapresa con il precedente spettacolo dal titolo Bianche statue contro il nero abisso (stagione 98/99).

In Non si sa come il tema pirandelliano della tragicità dell'esistenza umana in quanto intermedia fra bestialità e divinità è messo a confronto con la figura dello Ùbermensch di Nietzsche. Ma lo Ùbermensch di Pirandello è una sorta di nuovo Edipo alla deliberata ricerca di espiazione per una colpa commessa e non voluta, consapevole che quel che c'è di umano nell'uomo è il meno.

Romeo è uomo di terra, non uomo di mare come Giorgio: per lui è di vitale importanza avere punti fermi di riferimento, non gli è sostenibi-le la fluidità delle acque, che per lui significa spaesamento. Al tempo stesso, mi è parso interessante contestualizzare il dramma: Pirandello scrive questo testo fra il luglio ed il settembre 1934; del 19 dicembre dello stesso anno è la prima mondiale a Praga; il 3 ottobre 1935 l'Italia invade l'Etiopia; il 13 dicembre 1935 ha luogo la prima in Italia a Roma; il 9 maggio 1936 Mussolini proclama l'Impero; il 10 dicembre 1936 Pirandello muore.

Le date già mostrano quanto questo testo sia mescolato alla storia di quegli anni. E allora ho immesso tutte queste vicende nello spettacolo: gli spettatori non vedranno in scena solo il testo di Pirandello ma anche il "dietro le quinte" della compagnia teatrale che lo mette in scena nella stagione di prosa 35/36.

Sempre a questo fine di contestualizzare, concorrono le scelte musicali: canzonette d'epoca e Schónberg.

GIANCARLO LOFFARELLI